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“E’ Judo ogni volta che cadete e vi rialzate sorridendo

E’ il primo insegnamento scritto che diedi ai miei allievi alcuni anni fa.

E’ il primo insegnamento di una serie che sintetizza tutto il mio modo di intendere il Judo fino ad oggi.

Se vi rialzate sorridendo significa che probabilmente quello è successo un attimo prima era una cosa bella, una bella azione del vostro compagno di studio guidata dall’eccellenza nell’azione e nel pensiero, la quale vi suscita stima e desiderio di replicarla anche voi.

Questo stato d’animo permette di apprendere al negativo la tecnica, accettando la caduta senza subirla come una sconfitta, ma accogliendola come un contributo per capire e migliorare il vostro Judo.

Quando percepite un risentimento nel cadere e vi rialzate stizziti per avere subito un’azione, dentro di voi vi opponete a quello che è successo e, invece di ricevere un insegnamento, lo respingete pensando a una tattica per non permettere al vostro compagno di attaccare nuovamente.

Vi posso dire che questo non è un atteggiamento mentale corretto per studiare e ottenere il massimo degli insegnamenti e dei benefici dalla pratica, poiché solo imparando a stare di fronte in modo sincero e con uno scopo chiaro si allena la capacità di risposta, contribuendo al miglioramento di entrambi i praticanti e alzando il livello di scambio nella ricerca dell’eccellenza.

Mentre vi scrivo mi viene in mente una poesia del Maestro Kano scritta per essere ripetuta mentalmente durante il Kagami Migaki (tecnica del Seiryoku zen’yo kokumin taiiku no kata)

“La vita è un combattimento per il bene

e il nemico terribile che si oppone

è quello invisibile nascosto nel vostro cuore,

il pensiero egoistico.

Pulite lo specchio atteggiando lo spirito a liberarvi dal male,

ed eseguite gli esercizi come in un combattimento

contro il male esterno e contro il nemico invisibile

che vi ostacola affinché vi aiutino a crescere fisicamente e moralmente.”

 

Ci risentiamo al prossimo scritto:

“E’ Judo quando proiettate un compagno e ve ne dimenticate”

Alfredo Vismara Hanshi