“E’ Judo, ogni volta che ricercate l’eccellenza nel pensiero e nell’azione” Il Maestro Jigoro Kano, dopo alcuni anni dalla fondazione del Kodokan, scrisse due principi, tuttora pietre miliari della filosofia del Judo a cui tutti si identificano ma pochissimi li praticano: “Sei ryoku saizen katsuyo” e “Jita yu wa kyoei”. Il primo è comportamentale, il secondo di ordine morale. Seiryoku saizen katsu yo significa il migliore impiego dell’energia fisica e spirituale in ogni azione; Jita yu wa kyoei si realizza applicando il primo principio per sviluppare armonia con gli altri per crescere e progredire tutti insieme. Ricercare con determinazione l’eccellenza nel pensiero e nell’azione è la sintesi dei due principi del Maestro Kano. L’eccellenza nel pensiero racchiude tutto ciò che di buono e di bello potete esprimere e offrire nell’allenamento nel rispetto delle regole, l’eccellenza nell’azione è la continua ricerca dell’ippon e della perfezione nei movimenti. Nei capitoli precedenti vi ho fatto notare come sia facile perdere l’attenzione soprattutto quando si è stanchi di mantenere l’attenzione durante la pratica di un Kata o nella fatica del Randori. Sotto stress dovuto alla stanchezza i lati negativi del nostro carattere vengono a galla; è come se il coperchio di una botola si aprisse a causa della pressione di forze negative racchiuse in essa e, a volte lentamente, altre in maniera violenta s’impossessano della nostra ragione in quel momento stanca e debole. Può sembrare una sequenza di un film horror ma vi assicuro che funziona così, non è una esagerazione quello che vi sto raccontando e nella maggior parte dell’allenamento tanto nel Randori come nel Kata si viene condizionati da queste energie negative che ci appartengono. Non a caso il Maestro Kano inserì la poesia Kagami Migaki nel Seiryoku zen’yo kokumin taiiku no kata di cui vi ho parlato in un capitolo precedente. Nel discorso tenuto l’11 Maggio del 1889 da Jigoro Kano di fronte al Ministero dell’Educazione giapponese il Judo viene presentato ufficialmente prevalendo su tutte le discipline presenti ed entrando in tutte le scuole del Giappone, perché presentato come disciplina educativa tesa a sviluppare ed educare fisicamente e moralmente per condurre i giovani a una progressiva “Edificazione Spirituale”. Il coperchio di quella botola si aprirà ancora ma troverà giovani preparati e fortificati nello spirito dal judo che riusciranno a controllarne gli effetti dannosi del loro nemico interiore, tanto nella pratica del Judo, quanto nella vita sociale. Ci risentiamo nel prossimo scritto: “E’ Judo, ogni volta che riuscite ad ascoltare i pensieri dell’altro”