Insegnare Judo è una grande responsabilità. Spesso viene sottovalutata da molti giovani o meno giovani ansiosi di avere allievi bravi e in grado di vincere tutte le gare e finire alle Olimpiadi. Ma insegnare Judo non è questo, può esserlo, può diventarlo, ma non è questo.
Insegnare vuol dire prendere una persona, al di là della sua età, metterla in contatto con se stessa, corpo, mente, cuore e contemporaneamente con corpo, mente,cuore di altri soggetti all’interno della stessa lezione.
Vuol dire portare, corpo, mente e cuore di molti esseri umani ad essere una sola cosa tesa a ricercare un mutuo benessere attraverso il nostro modo d’insegnare.
Non esiste Disciplina al mondo che dichiara questa avventura Didattica sopratutto se ricercata fra specialità che utilizzano tecniche di attacco e contro attacco come strumenti d’insegnamento primari.
Se si vuole insegnare Judo questa è la difficoltà ultima e per arrivarci necessità una solida Didattica a 360 gradi su tutti i suoi mezzi tecnici e filosofici.
Non serve essere un campione in termini agonistici, anche se potrebbe sembrare un aiuto, per insegnare. Serve “conoscere” “sapere” “studiare” avere una Didattica.
Il percorso corretto dovrebbe essere che il vostro Maestro a un certo punto del vostro percorso vi dice che è il momento che vi dedicate all’insegnamento per trasmettere il vostro sapere ad altri. Ma sappiamo che non avviene quasi mai in questi termini, il più delle volte l’allievo pensa di essere pronto e se ne va per aprire la sua palestra oppure viene mandato per necessità in una scuola per aumentare il numero degli allievi senza una preparazione specifica. Spesso neanche il Maestro ha avuto una preparazione idonea ma si è creato una Didattica limitata alla sua esperienza.
Una buona Didattica è l’insieme di tante esperienze selezionate e trasmesse da generazioni di Maestri finalizzate a proporre il Judo nella maniera più completa possibile, in termini culturali, tecnici, filosofici e sportivi.
Alfredo Vismara Hanshi Dai Nippon Butokukai